Con queste parole esatte – soltanto senza il punto interrogativo – uno studente gay del liceo Milanese Leonardo Da Vinci replica al testo di una professoressa affisso all’interno della scuola, la quale invece, oltre che rivendicare la libertà di pensiero, ha ribadito le differenze (quelle tra i sessi e quelle tra i diversi tipi di relazione).
Il caso, finito sulle pagine del Corriere della Sera e dei media, ha suscitato notevoli polemiche dentro e fuori la scuola fino a spingere una consigliera del Partito Democratico (!) a chiedere addirittura l’istituzione di una ispezione a carico dell’operato della professoressa.
Dato che il caso contiene tutti gli ingredienti dello scontro culturale e politico attorno al benessere delle persone omosessuali, come genitori con figli omosessuali, interessati innanzitutto al bene dei nostri stessi figli, riteniamo necessario portare alcuni chiarimenti al riguardo.
Nella replica alla professoressa lo studente prosegue: Sono gay. È gravissimo scrivere queste cose senza pensare alle conseguenze che possono avere sui ragazzi; magari in questo momento molti si stanno interrogando sulla propria sessualità e si sentono dare degli innaturali.
In realtà la professoressa aveva scritto: La natura ha stabilito di strutturare il corpo dell’uomo affinché si unisca a quello della donna. L’unica relazione in grado di generare la vita è quella tra uomo e donna e il matrimonio è il riconoscimento giuridico di questa relazione. Imporre l’uguaglianza di altri tipi di rapporto è una scelta priva di riscontro con la realtà.
Quindi, in base a quanto riportato dal Corriere, l’insegnante non ha dato degli innaturali alle persone, ma ha posto in evidenza le differenze tra i sessi e tra i diversi tipi di relazione affettivò/sessuale. Va preso atto che questa mera affermazione è ritenuta dallo studente gay e dalla cultura dominante, inaccettabile, offensiva.
Da un lato – ed è ovvio – la reazione dello studente appare priva di equilibrio, dall’altro si comprende come ciò abbia potuto toccare qualcosa di profondo dentro il suo animo, considerata la vivacità della sua replica. Infatti, tutto ciò che per lo studente gay è importante si basa sull’assunto che – come lui scrive - i rapporti omoaffettivi sono qualitativamente identici a quelli eterosessuali; dice in sostanza: in una relazione affettiva che presuppone la fisicità, la stessa fisicità e il corpo sono indifferenti, che il femminile e il maschile sono intercambiabili senza problemi, inoltre che gli unici problemi che possono presentarsi sono causati dall’esterno, dall’ambiente in cui l’omosessuale vive, dall’omofobia. Se quindi lo studente nutrisse dubbi sul suo assunto, il suo mondo crollerebbe.
L’assunto di questo studente non fa infatti sparire la diffusa “inquietudine” di molte persone omosessuali. Per questo riteniamo che il pensiero espresso dalla professoressa merita di essere approfondito, proprio per il bene delle persone con tendenza omosessuale. Pensiamo, infatti, che “interrogarsi sulla propria sessualità” sia fondamentale per ogni essere umano, e che questo diritto non debba essere negato a nessuno, nemmeno alle persone omosessuali.