Consigli ai Genitori

Cosa fare e non fare                                                      

I consigli qui di seguito riportati sono il frutto di lunghi confronti avvenuti tra i genitori di AGAPO-T, anche attraverso numerosi scambi, soprattutto epistolari, che abbiamo realizzato con molti giovani e meno giovani omosessuali e transessuali rivoltisi alla nostra associazione. In questo lavoro abbiamo considerato gli esiti di numerose esperienze e testimonianze, come pure le voci della scienza e le Sacre Scritture.

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Quando vostro figlio o vostra figlia vi dichiara la propria omosessualità o quando lo scoprite per altre vie, e questo vi fa soffrire, è bene rendersi conto che, come in ogni relazione educativa, il genitore non può intervenire direttamente, ma, paradossalmente, può sbagliare molto. Proprio per questo motivo, il vostro ruolo di genitore è importante per il figlio.  Lo stesso vale per la situazione in cui vostro figlio o vostra figlia manifesti una difficoltà profonda a identificarsi con il proprio corpo di uomo o di donna. Il consiglio in questi casi è guardare in faccia l’omosessualità o la disforia di genere e la transessualità non come un punto di arrivo dello sviluppo del figlio o della figlia, bensì come l’inizio di una nuova pagina della vostra relazione.

 

Concretamente vi consigliamo:

Consiglio 1

 

Non rimproverate vostra figlia o vostro figlio.

Non rimproverate il fatto che si senta attratta/o da persone dello stesso sesso.
Non rimproveratele/gli il sentimento di appartenenza all’altro sesso.

Motivazione

Non ha responsabilità né tantomeno “colpa” per l’attrazione che sente.

Non ha scelto i sentimenti che prova.

I sentimenti che prova sono involontari non ha influenza diretta su di essi.

Consiglio 2

Non vergognatevi dell’omosessualità o della disforia di genere di vostro figlio o di vostra figlia; non cercate di nasconderle nel vostro ambiente. Altrettanto insensato è ostentarle o “sbandierarle”.

 

Motivazione

La vergogna non aiuta, né voi né vostro figlio o vostra figlia. Non coltivate sensi di colpa – la colpa, tra le altre cose è un aspetto che presuppone una intenzionalità. Una falsa vergogna può indebolire la capacità di comprensione, la sensibilità e la volontà personali, sia vostre che del figlio o della figlia.  

 

Consiglio 3

Evitate di incoraggiare con azioni o parole vostra figlia o vostro figlio, specie quando è molto giovane, a intraprendere atti sessuali, cercando di indurlo a una “proroga”. Ditele/gli: “Nella vita è importante saper rimandare un desiderio immediato, prima cioè di conoscerlo in profondità”. È un principio che vale per tutti. Esattamente come nel caso delle persone eterosessuali, non è buono quando i sentimenti di attrazione erotica sfocino automaticamente in atti sessuali.

Altrettanto vale per i giovani con disforia di genere, trattandosi per l’identità della persona di un processo in continua evoluzione. Incoraggiate a rimandare passi verso una eventuale transizione, anche attraverso un’attenta raccolta di informazioni, esperienze e dati scientifici.

 

Motivazione

Nell’omosessualità, l’attrazione per lo stesso sesso, o nella disforia di genere, il desiderio di modificare il proprio corpo e di cambiare l’appartenenza al genere opposto pongono in discussione il valore della differenza sessuale (l’altra “metà del cielo”). Quest’ultima è un innegabile dato di realtà che va portata all’attenzione della figlia o del figlio, in quanto tutti deriviamo dalla differenza sessuale. Ciò viene a smentire la credenza “gli amori sono tutti uguali”, che tende a negare le implicazioni di omosessualità e transessualità.

 

Consiglio 4

 

Nel rapporto con vostro figlio o vostra figlia, esprimete il vostro punto di vista una solo volta o di rado.

 

Motivazione

 

Se lo ripetete spesso, il ragazzo o la ragazza possono vivere le vostre parole come un attacco alla propria persona e facilmente chiudersi. Esprimete quanto basta la vostra opinione sull’omosessualità o sulla transessualità in una situazione che ritenete opportuna. In questo modo si evita il rischio di un peggioramento della relazione tra genitore e figlio o figlia.

 

Consiglio 5

 

Mantenete la relazione con vostra figlia o vostro figlio.

 

Motivazione

E’ questo il vostro primo obiettivo, così come è vostro compito aiutare vostra figlia o vostro figlio perché non sia emarginato né che si autoemargini all’interno della famiglia e nell’ambiente sociale. I genitori devono restare un “ponte” importante tra lei/lui e il mondo.

 

Consiglio 6

 

Date un giusto peso all’omosessualità o alla transessualità nell’ambito della personalità e della stessa vita quotidiana del figlio o della figlia.

 

Motivazione

 

Sdrammatizzate il fatto della diversa identità sessuale. Vostro figlio o vostra figlia è molto di più del suo orientamento sessuale o della sua identità di genere, anche nel caso in cui voi facciate fatica a convivere con aspetti “divergenti”, o quando i comportamenti o lo stile di vita possono mostrarsi particolarmente problematici o disordinati. Soffermatevi piuttosto sulle sue doti e risorse.

 

Consiglio 7

 

Offrite nella relazione con la figlia o il figlio soprattutto presenza ed esempio per svolgere il vostro compito educativo. Nel caso in cui la figlia o il figlio eviti oppure cerchi la discussione, voi genitori cercate di restare calmi e di non essere giudicanti.

 

Motivazione

I figli non parlano della propria sessualità con i genitori: ciò sarebbe in un certo senso “contro natura”, perché con la maturità sessuale ogni giovane prende distanza dai genitori e quindi con loro tende a non condividere aspetti afferenti alla propria vita intima, in particolare alla sfera sessuale.

 

Consiglio 8

Incoraggiate vostro figlio o vostra figlia a guardare dentro di sé, anche con l’aiuto di altri.

 

Motivazione

Voi amate vostro figlio o vostra figlia e l’amate così com’è. L’omosessualità o la disforia di genere – passeggera o duratura che sia – è solo un aspetto della sua personalità e non l’asse portante della sua identità personale, di quella identità cioè attraverso la quale ci si relaziona con il mondo. Questo stesso sguardo deve avere il genitore, in caso contrario esso favorirebbe, anche involontariamente, l’auto-riduzione del proprio figlio o della propria figlia in una rigidità identitaria che rischierebbe di non lasciare spazio alla libera evoluzione della sua persona.  

 

Consiglio 9

Condannate in modo esplicito, ogni forma di maltrattamento o di discriminazione nei confronti di persone omosessuali e transessuali. Siate solidali quando una persona omosessuale o transessuale è vittima di un’ingiustizia o di un’aggressione. Rincuorate vostra figlia o vostro figlio, facendole/gli inequivocabilmente sentire che state dalla sua parte e che il mondo non è contro di lei o lui.

 

Motivazione

Innanzitutto ogni forma di discriminazione, disprezzo e violenza va di per sé condannata. Aiutate vostra figlia o vostro figlio, partendo dall’esperienza personale, a riflettere sulla propria vita, sulle domande “Chi sono” e “Per chi sono”, quindi sulle scelte operate o da operare. Invitatelo a guardare oltre “i diritti”, quindi a guardare in profondità i propri desideri in relazione agli altri, che stanno spesso nascosti dietro al desiderio sessuale.

Abbracciatelo/la qualche volta e invitatelo/la per una pizza, per una camminata nel bosco, in montagna, sulla spiaggia. Potrete provare o riprovare quell’intimità che è davvero preziosa nel rapporto genitore figlio/a.