Manif pour tous - Manif pour tous – un impegno umano e sociale

Un coppia di genitori AGAPO racconta la sua partecipazione alla Manif pour tous di Parigi: un impegno civile contro la ghettizzazione e strumentalizzazione dei nostri figli per mano di una biopolitica volta a deregolare la famiglia (e decostruire lo stato sociale)

 

Testimonianza di genitori AGAPO

Domenica 13 gennaio c'eravamo anche noi, con la nostra famiglia.

Era una mattina grigia e fredda, e ci siamo avviati verso la Place de la Porte Maillot dove era uno dei punti di ritrovo della manifestazione, con il solo desiderio di far presente che non tutti condividevano questo pensiero maggioritario, che al mondo esiste ancora qualcuno che crede che l'osservazione della realtà è importante, tanto da poter essere un punto di partenza per fondarvi gli ordinamenti dei paesi.

Non mi aspettavo che a pensarla cosi' fossimo ancora in molti, visto che quello che i media ci fanno credere è che ormai è dato per accettato che la famiglia puo' essere tutto e il suo contrario e che tutto è uguale, indifferente, livellato.

A mano a mano che ci avvicinavamo al luogo di incontro della Manif pour tous pero' vedevo un vivace movimento di tanta gente, veramente tanta, che da diverse parti affluiva verso il nostro stesso luogo, finche' con grande stupore, ci siamo ritrovati in un grande viale, in mezzo ad una fiumana di persone, che pur nella diversità, era li' mossa dalle nostre stesse intenzioni.

Famiglie con i bimbi nei passeggini, babbi con bambini sulle spalle, nonni mano nella mano, adolescenti, ragazzi ,adulti, gruppi di amici, persone provenienti da ogni angolo di Francia e fuori, credenti e atei, musulmani e cattolici, operai e dirigenti, una fotografia bellissima della diversità, unita solo dal desiderio di far presente ancora una volta a chi vuole manipolare la società, la realtà semplice ed evidente della vita umana: tutti nascono da una mamma e da un papà. Questo lo slogan unanime della manifestazione, che è anche un grido di amore verso tutti i bambini che, in quanto piu' indifesi e vulnerabili, sono i primi a dover avere diritti, e, primo fra tutti, il diritto a crescere con una mamma ed un papa', cosi' come la natura umana ha da sempre predisposto.

C'erano anche persone omosessuali che insieme a noi condividevano questa evidenza, e che pensavano che il matrimonio, che già di per sé significa madre-dono, è un istituto che intrinsecamente è riservato all'uomo e alla donna, in quanto è atto alla procreazione e luogo privilegiato dove i bambini possano crescere completi ed equilibrati, poiche' per questo hanno bisogno di due figure di riferimento, quella maschile e quella femminile, ciascuna con le sue caratteristiche ed attitudini.

Saranno state all'incirca le una, quando abbiamo iniziato a camminare dentro questo fiume umano, sospinti dalla musica rock e scanditi dai tanti slogan unanimi, del tipo “ Papà maman n'y a pas mieux pour un enfant”, oppure “ Je suis un enfant pas en droit”. Tutti, ragazzi, ma anche meno giovani non potevano fare a meno di muoversi o saltellare a tempo di musica; si respirava un'aria di allegria che viene dal manifestare una semplice realtà quotidiana, e che pian piano ha contagiato anche i tanti poliziotti, dapprima disposti quasi in assetto di guerra, poi rilassatisi al vedere la chiara innocuità della situazione, assolutamente priva di intenzioni offensive, né tantomeno aggressive.

Era una distesa di colori rosa azzurro e bianco, un misto di palloncini, cartelloni e disegni stilizzati che risaltavano sulle guance dei ragazzi, già colorite dal freddo pungente di gennaio.

Dopo vari chilometri e circa 4 ore di snodarsi del corteo nel cuore di Parigi, siamo arrivati finalmente ai piedi della Tour Eiffel, dove confluivano altri due cortei partiti da altrettanti punti della città, e una marea di persone si disperdeva a perdita d'occhio in quella spianata.

Forse le autorità avevano sottovalutato la faccenda, perche' a quel punto, dopo diverse ore che ci trovavamo in strada,volevamo fare pipì, ma trovare una bagno senza fare almeno un'ora di coda, era veramente impresa titanica.

Provati dalla stanchezza e dal freddo, mentre il crepuscolo già scuriva il cielo, abbiamo deciso di iniziare il cammino di rientro, senza neanche provare ad entrare negli Champ de Mars, pieni zeppi di persone. E a quel momento della giornata, mentre ci siamo voltati indietro per tornare verso il nostro pullman, ancora una fiumana stava percorrendo il corteo e giungendo al cuore della manifestazione. E allora ci siamo sentiti sollevati: non siamo un caso isolato, ci sono ancora tante persone semplici,famiglie, lavoratori, bambini, mamme e papà, che riescono a distinguere la realtà, che riconoscono le differenze e le valorizzano, che sono immuni dalle ideologie e dalle manipolazioni, e non si riconoscono in una classe politica ed ideologica che risulta assolutamente scollata da una buona parte della base popolare.

 

 

Questa bella giornata la dedichiamo a nostro figlio, che amiamo profondamente come e piu' della nostra stessa vita, al quale abbiamo il dovere di insegnare, ancor piu' con l'esempio che con le parole, che l'amore passa molto spesso per un no, per una strada stretta ed irta di difficoltà, che la sofferenza e l'impegno valgono perchè sempre danno buoni frutti, che, anche se certamente più difficile e dolorosa, la via della ricerca introspettiva del sé e delle proprie ferite è quella più ricca di soddisfazioni, che il ritrovarsi nella completezza è infinatamente più bello del perdersi nella divisione....