Liberazione omofobia

Liberazione omofobia (quasi) invisibile


A cavallo tra gli anni 2007 e 2008 il giornale di Rifondazione comunista scatena una campagna politica contro il diritto all’autodeterminazione degli omosessuali egodistonici, diffama con un suo articolo del 27 dicembre l’Associazione di Genitori e Amici di Persone Omosessuali (AGAPO) e nega, almeno finora, il diritto alla replica. A questo punto valuteremo l’opportunità di intraprendere passi legali contro la Direzione generale di Liberazione. Nel frattempo riportiamo i fatti e i relativi retroscena all’attenzione dei nostri amici.

In questo contesto illustreremo qui di seguito il paradosso secondo cui, a nostro parere, proprio il giornale “comunista” Liberazione che così spesso si presenta  come i paladino contro la discriminazione degli omosessuali, in verità è egli stesso intollerante verso quegli omosessuali che non corrispondono a come certi “comunisti liberali” li vorrebbero. Una storia che segue una matrice ben precisa, che ci riporta indietro nella tempo.
Il 26 dicembre Liberazione ospita un lungo reportage di Davide Varì sulla pratica della “terapia riparativa”, un tipo di cura della quale si avvale un crescente numero di persone omosessuali sofferenti, che sentono la propria tendenza e pratica omosessuale in dissintonia con la propria personalità (cosiddetta “omosessualità egodistonica”). Davide Varì si finge omosessuale, si rivolge al dott. Cantelmi di Roma, uno dei terapeuti che si prendono cura degli omosessuali egodistonici, passa per una serie di colloqui e test da cui viene alla fine viene “attestato” che non è “propriamente omosessuale” ( come infatti non lo è!). Fin qui tutto risulterebbe piuttosto normale: una persona sofferente chiede un aiuto psicoterapeutico, si fa la diagnosi (peraltro corretta) e viene proposta la conseguente terapia.  

Purtroppo alla comparizione di questo articolo è seguita una campagna politica che è giunta fino a richiedere di sopprimere la terapia riparativa e di negare agli omosessuali egodistonici l’aiuto che loro stessi chiedono, una posizione che vuole negare agli omosessuali di decidere su se stessi. Il giorno 29 dicembre su Liberazione esce un altro articolo con il titolo “Esorcisti, stregoni, cartomanti – Il Mondo sommerso dei guaritori di gay”, in cui anche la nostra Associazione viene diffamata. E finora non abbiamo trovato pubblicata la nostra lettera di risposta e richiesta di rettifica del 3 gennaio 2008. 

Noi crediamo che gli omosessuali abbiano gli stessi diritti come tutte le altre persone. Nessun partito, nessuna forza politica o lobby di alcun tipo ha il diritto di prescrivere loro come debbano vivere. Quaranta anni fa la società aveva grande speranza che il problema della sofferenza e dell’emarginazione degli omosessuali si sarebbe risolto nell’ambito di una generale liberalizzazione sessuale della società. La liberazione sessuale è avvenuta, in particolare in ambito gay, da decenni le società si mobilitano contro l’omofobia tradizionale, presunta e vera che sia, ma la “sofferenza dei gay” non cenna a diminuire, soprattutto nei paesi occidentali più liberali. Pertanto oggi un crescente numero di omosessuali cerca aiuto di tipo diverso. Vogliono uscire dalla promiscuità dei locali gay, saper dominare il proprio impulso sessuale, renderlo compatibile con la loro personalità e comprendere i veri moventi dei propri comportamenti. In un determinato numero di casi, la “riparazione delle ferite” subite nella vita soprattutto interiore, non solo li mette in grado di dominare meglio il proprio comportamento sessuale, ma cambia l’orientamento sessuale stesso.

AGAPO, come noto, è formata prevalentemente da genitori con figli omosessuali, da gente comune di tutti gli orientamenti politici, anche di sinistra, e ci chiediamo perché proprio il giornale di un partito come Rifondazione comunista si scaglia così violentemente contro i diritti fondamentali delle persone con tendenza omosessuali. Sappiamo che l’omofobia, ossia la paura irrazionale dell’omosessualità e la violenza contro le persone, viene da lontano, ha radici profonde; determinati stereotipi  sembrano essere tramandati a volte attraverso le generazioni e i secoli. Guardiamo quale era la posizione storica dei comunisti: Carlo Marx considerava l’omosessualità un fenomeno caratteristico della decadenza delle società classiste in generale e di quella borghese in particolare. Riteneva che il problema si sarebbe risolto con la liberazione dell’intera società per mano del proletariato; sarebbe nato l’uomo nuovo che, a priori, non poteva essere omosessuale. I successori di Marx invece, specificamente quelli che hanno usato il suo approccio d’analisi come mera ideologia e strumento di potere, hanno ulteriormente semplificato questa forma di soluzione finale e, dove erano al potere, hanno cominciato ad applicarla. In tutti i paesi comunisti l’omosessualità era vietata, nella sola Unione sovietica sono stati assassinati decine di migliaia di omosessuali per mano del governo comunista (molto di più che per mano dei nazisti). Certamente i comunisti occidentali non avevano responsabilità diretta nello sterminio e nella persecuzione degli omosessuali in quei paesi, ma ne hanno condiviso l’ideologia e non hanno mai fatto un tentativo di proteggere queste persone concrete, nemmeno in tempi recentissimi, come nel caso di Cuba, dove la persecuzione degli omosessuali sembra essere cessata soltanto due anni fa (se è cessata davvero).

Ovviamente i “comunisti” postmoderni di Rifondazione oggi né propugnano, né approvano più (tacitamente) la soluzione finale del problema omosessualità stile Cuba e altri. Ma hanno trovato una nuova soluzione finale: negano tutti i problemi associati all’omosessualità, vogliono che agli omosessuali egodistonici venga negato l’aiuto psicologico. Ritengono che l’unico stile di vita per un omosessuale debba essere quello gay. L’impulso sessuale, per loro, è prioritario su tutte le altre sfere della personalità. Se c’è un problema questo è da ricercare unicamente nell’ostilità della società, dei genitori, della gente comune. Non gli importa se una persona ha fatto invano anni di GAT (terapia affermativa gay), se la frequentazione dei locali ricreativi, come quelli di Arcigay l’ha portato al dissesto della personalità, o vicina al suicidio (vedi il rif. sulla nostra homepage al video di Luca Di Tolve). Per loro vale solo affermare un principio astratto: l’omosessualità non è una malattia e pertanto la persona non ha il diritto di essere aiutata, specie se questa ha determinati valori che loro non condividono. I comunisti postmoderni non li confinano più nel Gulag materiale come i regimi comunisti storici, adesso li vogliono confinare nel ghetto della vita gay con la sua promiscuità organizzata, che per molti omosessuali è un nuovo Gulag, fatta di Darkroom, Cruising bar, saune, salette nelle discoteche da cui vorrebbero uscire, ma spesse volte non vi riescono da soli.

Il caro Davide Varì nel suo testo si sente “nauseato” dagli psicologi che gli parlano troppo e troppo esplicitamente di atti sessuali, gli “sembra di non riuscire a sopportare oltre”. La sua reazione emotiva ai temi (omo)sessuali è talmente forte, tale è la sua repulsione da indurci a credere che in verità egli sia nauseato dalle persone omosessuali reali e soprattutto dai loro problemi. Gli omosessuali egodistonici danno fastidio, disturbano l’idillio edonista del sistema culturale dominante. Così i comunisti postmoderni di Rifondazione e molti benpensanti, sempre a nome della tolleranza, li vorrebbero eliminare, “rovesciando il concetto di tolleranza nel suo opposto” (concetto del filosofo marxista Slavoj Žižek nelle sue riflessioni sui comunisti-liberal-libertini in La violenza invisibile).


I genitori di AGAPO