Domande laiche sulle Fa’afafine

Se l’intenzione dei promotori della spettacolo era quella di voler dare un sostegno ai giovani con identità sessuale e di genere incerta, il tentativo non è andato a buon fine.

Infatti, là dove sarebbe importante per la persona con identità sessuale e di genere incerta essere aiutata a conoscere se stessa e a sviluppare senso critico, lo spettacolo Fa’afafine non solo è latitante, sembra anzi fare il contrario: resta attaccato al qui e ora, lascia al buio ogni domanda sul passato e sul futuro. In base alla locandina dello spettacolo che ci è pervenuta, poniamo le seguenti domande che intendiamo invitare tutti a una riflessione critica: 

 

 

  1. Nella locandina, l’isola di Samoa, patria dei Fa’afafine, appare infatti come società libera da stereotipi di genere e accogliente il “terzo sesso”, in modo esemplare. Tale forma di civiltà non impone ai giovani di riconoscersi in uno dei due sessi e lascia libertà sul piano dei sentimenti e dell’espressione d’amore.

Ci domandiamo ora: come si concilia tale immagine trasmessaci con il fatto che gli atti omosessuali a Samoa siano puniti con sette anni di galera?

 

  1. La civiltà di Samoa appare dunque come luogo di tolleranza e di libertà sul piano dell’identità sessuale. In realtà è ben noto che tale struttura sociale si presenta estremamente gerarchica e repressiva con un potere assoluto nelle mani della casta dei Matai sulla vita dei cittadini comuni (ad esempio con il diritto di sottrarre arbitrariamente le terre a chi le lavora). Tale società restringe a tutt’oggi le possibilità di sviluppo e di espressione specie ai giovani i quali tendono a fuggire e lasciare l’isola. Domanda: è lecito ipotizzare un legame tra tali condizioni di vita e la comparsa e diffusione del “terzo sesso” su Samoa e su altre isole della Polinesia, con strutture sociali simili? 

 

 

  1. In parallelo, nelle ultime decadi in Italia, i nostri figli si trovano d’un lato a fronteggiare crescenti incertezze sul piano sociale, lavorativo e familiare, d’altro lato è richiesta loro una sempre maggiore perfezione personale (v. prestazioni scolastiche, immagini mass-mediatiche ecc.). I sociologici parlano inoltre di “società liquida”, per il progressivo dissolversi dei legami sociali, che rende ogni realtà precaria.

Domanda: si può negare una relazione tra tale quadro confusivo e destabilizzante e l’”avanzare” del terzo sesso (tra transessuali, transgender ecc. Facebook, ad esempio, registra attualmente 58 generi diversi)?

 

 

  1. Da alcuni anni buona parte delle accademie, i mass media e il mondo dello spettacolo parlano di “donne imprigionate nel corpo di un uomo” e viceversa. La cultura dominante e le procedure del sistema sanitario corrispondente promuovono a tale proposito la “riassegnazione di sesso”.

 

Ci chiediamo:

 

  1. L’identità di genere è davvero una specie di pacchetto software istallato su un corpo sbagliato, o piuttosto, come ogni altra forma di identità, il risultato di un lungo processo psicologico (che in fondo non finisce mai)?

 

  1. è umano assecondare la percezione soggettiva della persona in conflitto con il proprio corpo, a tal punto che diviene il paziente colui che decide la terapia, una terapia che comporta la mutilazione chimica se non chirurgica del suo stesso corpo?

 

  1. è scientifico ignorare i risultati delle ricerche di medio-lungo termine   (vedasi Long-Term Follow-Up of Transsexual Persons Undergoing Sex Reassignment Surgery: Cohort Study in Swedenhttp://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0016885 ) sul benessere delle persone “riassegnate”, attestanti in realtà risultati estremamente scoraggianti in termini di tassi di malattie infettive, di suicidi,  di disturbi psichiatrici, di aspettativa di vita in genere?

 

Proponiamo queste domande perché diventino oggetto di una riflessione critica e laica sull’argomento.

Nel caso non si riesca a dare risposte soddisfacenti, è più corretto, per il bene dei nostri figli, ritirare lo spettacolo.

 

Michele Gastaldo

per il Consiglio direttivo di AGAPO

 

 

Segnaliamo ai giovani con difficoltà di identità di genere e sessuale, che AGAPO offre il servizio di ascolto telefonico Amico Segreto www.amicosegreto.it , servizio apartitico in senso lato e unicamente interessato al bene delle persona: numero verde 800 58 70 12