A Sanremo Benigni sbaglia

Lettera aperta di AGAPO (Associazione Genitori e Amici di Persone Omosessuali) a Benigni

Stavolta dalla parte dei potenti
 


Caro Benigni,

Lei stavolta, a San Remo,  non è stato dalla parte dei deboli. Esprimendosi in quel modo e soprattutto nelle date circostanze in tema di omosessualità, ha di fatto preso posizione contro una canzone e contro un artista  che per molti giovani e meno giovani con tendenza omosessuale rappresenta una speranza di amore. Molte persone attratte dallo stesso sesso non possono o non vogliono avere una relazione d’amore con uno che è uguale o simile a sé. Nella loro personalità è iscritto che l’amore vero va verso l’Altro, verso il diverso da sé. Tutt’al più amano il sesso con gli uomini, ma non gli uomini. Si chiamano omosessuali ego distonici e il Luca della canzone era uno di loro.

Caro Benigni, come lei sa bene l’amore non si può comandare a nessuno, non si  può imporre a queste persone come Luca un’identità (gay) che non è la loro.  Ed è questo che la società post-moderna oggi sta facendo, stigmatizzando gli omosessuali ego distonici, certamente non omofobi, invece “semplicemente” infelici della loro condizione. Allora vengono etichettati come repressi o come vittime del pregiudizio della società e gli si vuol togliere un diritto civile fondamentale: quello della libertà di scelta, tra le altre quella terapeutica. 

Caro Benigni, volendosi pronunciare in tema di omosessualità, e con questo avrebbe avuto una grande occasione di denuncia sociale, purtroppo questa volta, lei non è stato dalla parte di chi è indifeso.

Infine lei ha recitato dalle lettere di Oscar Wilde, di un caso di discriminazione di un omosessuale di 100 anni fa e lo ha contrapposto alle persone di oggi che liberamente escono dall’omosessualità. Nella nostra epoca, per fortuna, nessuno potrebbe impedire l’amore a Oscar Wilde, quindi con la sua recita lei ha solo spalancato porte già aperte. Nella realtà dei nostri tempi, contraddistinta da grande libertà sessuale per i gay, Oscar Wilde, con tutta probabilità non avrebbe scritto una lettera così piena di sentimenti d’amore: con tutta probabilità quell’amore si sarebbe ben presto infranto in un Cruising, in uno di quei numerosi club privé, “circoli ricreativi” per soli uomini, spesso gestiti da Arcigay, che si trovano in ogni angolo delle grandi città.

Caro Benigni, lei non ha colpa, se non sa niente di quel mondo gay nascosto per quanto ben organizzato, in cui si pratica sesso anonimo, disumanizzato e disumanizzante, il cui esponente più potente, il dottor Grillini, re di questo mondo, capo di Arcigay si è potuto imporre anche al festival di San Remo.  No Benigni, stavolta ha sposato il pensiero dominante e di certo non è stato dalla parte dei deboli.

Michele Gastaldo (Presidente di AGAPO, Associazione Genitori e Amici di Persone Omosessuali)